La Comunità Residenziale breve Sidecar nasce nel 2006 come progetto sperimentale nell’ambito degli interventi del Servizio GAP -oggi “Spazio Altrove”- del Dipartimento “Patologia delle dipendenze”, S.C. Ser.T “Dora Riparia” dell’ASL TO3 del Piemonte.

È un percorso residenziale rivolto a persone con Disturbo da Gioco d’Azzardo in carico ai Ser.D., sia in fase iniziale di presa in carico, sia in trattamento in regime ambulatoriale.

Il percorso di Comunità Breve si configura come intervento di rinforzo motivazionale a percorsi trattamentali già in atto o in fase di avvio presso i Ser.D., rispetto ai quali non costituisce un’alternativa, ma un’integrazione.

Dura 9 giorni (dal sabato alla domenica successiva) e si realizza in due edizioni all’anno, in primavera e in autunno.

La peculiarità dell’intervento è rappresentata dalla metafora del viaggio verso un luogo isolato e protetto: il soggiorno è una parentesi nella vita del soggetto ed un percorso di conoscenza introspettiva, all’interno di un contesto di gruppo.

Ciao,
sono un papà di due bambine, sposato e ho 34 anni.

Volevo raccontarvi un po’ la mia storia partendo dal presupposto di poter essere d’aiuto o stimolo positivo per chi, come me, ha una patologia da gioco d’azzardo.
Se, ad oggi, riesco a raccontare un po’ la mia storia è grazie all’aiuto di mia moglie, di mia sorella e del centro Ser.D. di Mondovì. (E qui ci ritorniamo fra poco).

Tornando a me, a partire dalla mia giovane età, per lavoro, i miei genitori, i miei fratelli ed io ci siamo trasferiti dal meridione al Piemonte: se per loro era una cosa banale, per me, a 8/9 anni, non è stato facile ricominciare da zero con amici nuovi e scuola.
All’età di 12 anni ho iniziato, come la maggior parte dei ragazzini, a fumare sigarette che, poi, sono diventate la mia prima dipendenza per ben 10 anni… dopo sono riuscito a smettere per mia volontà…ed ora sono più di 10 anni che ho smesso…ed è un punto di forza per me e la mia situazione…
All’età di 15 anni ho iniziato a lavorare…e qui, tramite un mio collega, sono andato per la prima volta al bingo dove, per mia fortuna (sfortuna), ho vinto 500/600 euro e mi sono comprato il mio primo telefono…ed è così che, da quel giorno, ho iniziato a giocare più spesso …finché ho conosciuto le slot machine…nel frattempo vincevo e perdevo e stavo in “parità”…vivendola come una cosa normale, ma, col passare del tempo, si perdeva sempre di più….

All’età di 18 anni ho conosciuto  il mio primo amore, la mia prima relazione seria, durata 2 anni …e in quei due anni ho un po’ messo da parte il gioco…

La fine della storia d’amore è stata una botta per me, stavo talmente male che l’unico conforto che avevo era giocare alle slot e staccare da tutto, anche un po’ dagli amici e familiari, anche se mi sono stati vicini quei pochi amici che avevo…

Poi, dopo un annetto, ho conosciuto la mia attuale moglie: anche se per me era tutto normale, avrei dovuto dirglielo che mi piaceva giocare, cosa che non ho mai fatto… perché per me, allora, non era un problema, era tutto sotto controllo, una cosa che mi dava una bella sensazione.
Dopo anni di menzogne, bugie e tranelli, per avere un po’ più di liquidità, a mia moglie vennero alcuni dubbi sulle troppe spese extra e, quindi, mi mise alle strette…e lì dovetti svuotare il sacco e il malessere che c’era dentro di me.
Mia moglie e mia sorella hanno avuto la freddezza di telefonare al Ser.D. di Mondovì dove, con la loro capacità, esperienza e professionalità, mi hanno preso in cura… All’inizio non era facile,  per me, iniziare questo cammino, anche per i sensi di colpa, la vergogna e la paura… anche per essere arrivato a quel punto. Ho iniziato, in quel momento, a capire che, da soli, non ce la si può fare …e bisogna saper farsi aiutare per qualsiasi dipendenza…
In questi 3/4 anni, durante i quali sono stato in cura, ho avuto delle scivolate, ricadute nel gioco e, se non fosse stato per queste persone che mi aiutano, non so dove sarei finito…a volte penso che mi sarei rovinato la vita con le mie stesse mani…
Per questo, da soli, non ce la si può fare.
Dopo l’ultima ricaduta mi è stato proposto un percorso con Sidecar…un percorso di 9 giorni con altre persone con la stessa dipendenza o altra. Ho accettato subito.
Sidecar nasce come una quasi “comunità” ridotta dove, in 9 giorni, fanno un lavoro di 6 mesi…dove ci sono operatori dell’ASL molto in gamba e molto esperti nel darti una mano…sempre senza giudizio.
Devo ammettere che sono stati giorni duri e faticosi mentalmente…in questi giorni tirano fuori, in te, cose che, magari, non sei mai riuscito a raccontare…ti fanno aprire gli occhi su quel mondo bastardo che ci rovina!!…ti danno consigli su come imparare a conoscerti e sentire le tue emozioni…

Il percorso Sidecar è veramente utile e, se qualcuno sta leggendo la mia storia e in qualche modo si riconosce, io consiglio di farsi aiutare dal Ser.D. e di fare anche il percorso Sidecar…
Non siamo soli, c’è chi ci mette anima, passione ed esperienza per darci una mano e per aiutarci.
E come dicono loro…
PERDERE TUTTO NON E’ UN BEL GIOCO.

Grazie per il tempo dedicato. 05/12/2023

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