La prima volta che ho giocato ad una macchinetta mi sentivo in imbarazzo, ma appena le lucine di questo schermo rotante hanno preso a girare è sparito tutto. Tutta la fatica di una vita strappata  troppo in fretta ai sogni di un bambino,  le volte in cui non ero stato capace di dire di no, tutti i pesi che mi ero  portato sulle spalle inutilmente, insomma tutto sparito. Rumore tintinnante di ingranaggi, il macchinoso luccichio della fortuna, il pensiero alleggerito dal senso di attesa e l’allegria raggiunta con due bicchieri. La prima attesa è una certezza di vincita, è quando pensi che per “incassare” devi solo essere abbastanza tenace da non mollare. Perciò infili, infili, e infili una moneta dietro l’altra e perdi il conto. Ma non passa tanto tempo, che ti trovi costretto ad accorgerti che la bella e sinuosa Slottina, che  sbatteva le sue luminose ciglia colorate e ti faceva suadenti richiami, si è trasformata in una maligna vecchia strega.

Ma, ancora non ti arrendi perché il tempo delle certezze non è finito. Convinto della tua forza, messa a dura prova dai dolori della vita, ingaggi una battaglia, mentre ripeti a te stesso che non puoi permetterti di perdere tutto quanto questo bancomat al contrario si è già incassato. Un misto di rabbia e paura comincia a rosicchiarti il cervello e quelli che prima ti bevevano accanto diventano improvvisamente i nemici. Escogiti ogni possibile stratagemma per impedirgli di avvicinarsi alla tua matrigna giocante. La strega ha però un enorme vantaggio: non deve pisciare. Prima o poi tu devi andare in bagno e paghi “qualcuno” che ti tenga il posto senza giocare. Le pensi tutte, ogni espediente possibile, strategie di guerra, e se ti chiamano devi mentire. Bugie, ritardi, tutto viene dopo questa impellente, necessaria priorità. Il tempo diventa un terribile nemico, non puoi lasciare lo sgabello ed eviti di farti la barba, non ti lavi, non mangi, non vai a lavorare, non esci con la tua famiglia, insomma sparisce tutto.

Allora ti rendi conto che l’attesa si è trasformata in rincorsa, e incapace di fermarti continui a perdere fino all’ultimo euro.

Questo è quello che avrei voluto raccontare se fossi capace di farlo, se avessi trovato le parole giuste, se la mente fosse ancora chiara; invece l’ansia mi perseguita giorno e notte e mi sento sempre come se camminassi in mezzo alla nebbia. Se qualcuno però mi chiede come sto, rispondo: “tutto bene”.