Nell’ambito del piano di comunicazione per la prevenzione del disturbo da Gioco d’Azzardo (DGA), avviato nel marzo 2023, la Regione Piemonte, in collaborazione con i Dipartimenti di “Patologia delle Dipendenze” delle Aziende Sanitarie, ha organizzato nei primi mesi del 2024 tre incontri con i giovani, finalizzati alla sensibilizzazione sui rischi che il gioco d’azzardo comporta. Gli incontri prevedono una performance teatrale sul tema, l’intervento di Paolo Jarre, esperto del fenomeno, e la testimonianza del calciatore della Juventus Nicolò Fagioli. A Cuneo l’incontro si è svolto il 23 aprile al Teatro Toselli, con la performance della compagnia Le Voci Erranti, titolo dello spettacolo “Rien Va Plus”. La rappresentazione molto coinvolgente ha introdotto al tema della dipendenza da gioco con tutta la sua drammaticità, troppo spesso tenuta nascosta tra le mura domestiche. Presenti in sala, alcune associazioni sportive, con i rispettivi atleti,  studenti ed insegnanti degli istituti superiori, operatori socio-sanitari di settore dei servizi pubblici e privati.

A seguito il dibattito condotto dalla psicologa del SerD di Saluzzo Brunella Ruffa con l’intervista a Paolo Jarre  ex direttore del Servizio dipendenze patologiche dell’ASL TO3 e al calciatore Nicolò Fagioli.

Fagioli ha raccontato di come è entrato nel tunnel della ludopatia. “E’ partito tutto da una semplice schedina. La facevo a sedici anni con gli amici, si giocava una volta a settimana. Si perdono i soldi, lo nascondi ai genitori e diventa un problema.”

Jarre ha spiegato come il bombardamento mediatico esercitato per molti anni attraverso gli spot pubblicitari e l’immensa offerta di giochi sia in presenza che on line, abbia reso il fenomeno del gioco d’azzardo patologico un potenziale problema per tutti i cittadini. Spesso i più esposti sono i più fragili e i più giovani, che si trovano disarmati di fronte a questa nuova “peste”.

Grave è la parola utilizzata per descrivere gli effetti devastanti del gioco d’azzardo patologico sul singolo cittadino e sul tessuto sociale.

Nicolò Fagioli in quanto giovane, evoca invece la speranza, quando prende le distanze dal “brutto mondo” delle scommesse, quando diviene testimone del cambiamento e quando guarda al futuro con lo sguardo sognante di chi ha talento e forza d’animo.

Si parla allora di forza, di coraggio, quello necessario per combattere, quello dei familiari che non si arrendono e chiedono aiuto. A questo proposito si parla di servizi pubblici, di una squadra di esperti a disposizione dei cittadini con l’obiettivo di intercettare il più precocemente possibile chi è caduto nella rete del gioco d’azzardo facendosi un terribile autogoal.

Infine, guardando Nicolò dentro la sua felpa di Gucci firmare autografi a tanti ragazzi emozionati, si solleva ancora un pensiero, il talento è un antidoto, la giustizia sociale un’utopia, il gioco d’azzardo una trappola.

Quante trappole ci sono state messe intorno? Chi ci guadagna infine ?