Nel Maggio 2013 in USA ( nel 2014 in Italia) è stata pubblicata l’ edizione aggiornata del DSM, la quinta edizione del Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali dell’Associazione Psichiatrica Americana, lo strumento più utilizzato a livello mondiale per la diagnosi delle malattie mentali, con modifiche rispetto alla precedente edizione per quanto riguarda la classificazione e i criteri di diagnosi del gioco d’azzardo patologico definito ora “disturbo da gioco d’azzardo”. Al pari degli altri disturbi da uso di sostanze è stata eliminata la distinzione tra diagnosi di abuso e dipendenza, è invece stato introdotto il livello di gravità quantificabile in base al numero di criteri che vengono soddisfatti. Ciò comporta l’utilizzo di un nuovo linguaggio in tale ambito, che forse aiuterà a superare la vecchia distinzione tra abuso e dipendenza che si dimostra a volte confondente e stigmatizzante per i pazienti e per i non addetti ai lavori. Il disturbo da gioco d’azzardo , incluso in precedenza tra i disturbi degli impulsi, viene ora compreso nell’area delle dipendenze. Questa scelta è la conseguenza dei numerosi studi sugli aspetti neurobiologici e dell’utilizzo delle tecniche di neuroimaging che hanno permesso di evidenziare le affinità tra le dipendenze da uso di sostanze e le cosiddette dipendenze comportamentali nell’attivazione del sistema della ricompensa a livello cerebrale, evidenziandone le analogie. Oltre alla classificazione e alla denominazione vi sono altre differenze che consistono principalmente nell’esclusione tra i criteri diagnostici della messa in atto di comportamenti antisociali e illegali, tale scelta comporta una riduzione del numero totale dei criteri diagnostici. E’ stato verosimilmente valutato che tale criterio non fosse fondamentale per la diagnosi, ciò non toglie che sia un elemento importante da valutare sotto l’aspetto clinico. Questi cambiamenti vanno di pari passo con la scelta di inclusione nei LEA ( livelli essenziali di assistenza) dell’assistenza ambulatoriale e residenziale delle persone affette da tale disturbo; tutto ciò va nella direzione di dare indicazioni precise per la diagnosi e per l’utilizzo di specifici strumenti terapeutici per una problematica grave e in rapida diffusione tra la popolazione.