Quando, alcuni anni fa, il fenomeno del gioco d’azzardo ha assunto dimensioni importanti e preoccupanti, i servizi pubblici per le dipendenze hanno ampliato la loro offerta terapeutica ed hanno iniziato ad occuparsi dei giocatori problematici e delle loro famiglie.

Il ser.d dell’aslcn2 Alba- Bra prende in carico questa tipologia di utenza da più di dieci anni ma da subito gli operatori si sono interrogati su come “trattare” questi pazienti che pur essendo portatori di una dipendenza necessitavano di strumenti terapeutici diversi da quelli messi in campo per i disturbi derivanti dall’uso di sostanze stupefacenti o alcol.

A fianco dei trattamenti collaudati come quello medico e quello psicoterapeutico è stato quindi attivato il trattamento della “psicoeducazione”.

La necessità degli operatori è stata quella di realizzare una buona strategia di “aggancio” dell’utenza che permettesse di raccogliere informazioni e punti di vista dei pazienti e nello stesso tempo desse al Servizio la possibilità di trasmettere una visione del fenomeno il più realistica possibile, il tutto in un contesto relazionale di scambio. Si tratta di una forma di counseling motivazionale di 3 incontri di 1 ora ciascuno da effettuarsi settimanalmente con una traccia per l’operatore. Al termine di ogni ora viene consegnata ai pazienti una parte del manuale che contiene le informazioni date durante il colloquio e alcune schede per svolgere i “compiti a casa”. Tutte le figure professionali dell’equipe del ser.d possono utilizzare la psicoeducazione previa formazione specifica. E’ molto importante, qualora sia possibile, che agli incontri partecipi anche un familiare della persona portatrice del problema; tale figura viene scelta dal paziente ed ha la funzione di:

*coinvolgere il familiare di fiducia nel processo di informazione e consapevolezza

*di fornire un dato di realtà ai contenuti portati dal paziente

*di permettere al familiare l’espressione dei propri vissuti e nel contempo di comprendere meglio quelli del paziente

Si tratta di uno strumento proposto a tutti i giocatori che si presentano in accoglienza, snello ed efficace.   Ha una durata definita, non ha la pretesa di smuovere cambiamenti ma ha l’obiettivo fondamentale di insinuare dubbi nella persona che spesso ha un’idea magica del gioco, aumentando la consapevolezza sugli aspetti patologici.

Al termine dei tre incontri qualunque sia la prosecuzione e l’articolazione dello specifico progetto terapeutico del paziente e/o della famiglia, è previsto un followup ad un mese rispetto ai temi trattati durante la psicoeducazione.

Il ser.d negli ultimi 5 anni ha effettuato la psicoeducazione con 93 pazienti giocatori. La valutazione fatta nella pratica clinica è molto positiva in quanto lo strumento è di facile utilizzo per gli operatori che possono muoversi in un canovaccio chiaro dove reperire informazioni significative per la fase diagnostica all’interno di una cornice contrattuale mirata e a breve termine che solitamente è ben accettata anche dall’utenza.

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Per maggiori e più dettagliate informazioni

Il manuale completo per gli operatori