Spesso tra le pagine di questo sito abbiamo parlato di Gioco d’Azzardo Patologico, dando in parte per scontato il significato di questa definizione. Con questo articolo intendiamo definire la patologia da gioco d’azzardo, provando a vedere insieme quali sono i fattori che ne favoriscono l’insorgenza.

Quali sono i meccanismi che trasformano un’abitudine in schiavitù? Cosa avviene nell’incontro con quel determinato oggetto o comportamento per farlo divenire il centro della vita di un individuo, facendogli perdere interesse per qualunque altra attività?

Dietro l’innocua immagine di passatempo, fruibile nel quotidiano, nei luoghi pubblici o al pc tra le mura domestiche, ci sono i casi in cui l’azzardo perde la funzione di intrattenimento e diviene una vera e propria patologia.

I comportamenti legati al gioco d’azzardo, infatti, sono in grado di attivare gli stessi sistemi di ricompensa stimolati dalle sostanze stupefacenti, producendo sintomi comportamentali simili.

Il giocatore d’azzardo patologico è cronicamente e progressivamente incapace di resistere, costretto ad un comportamento che compromette le sue relazioni familiari e lavorative (assenteismo, perdita del lavoro) ma anche la sfera economica (dissipazione di denaro, debiti, ricorso ad usurai) con possibili implicazioni sanitarie e giudiziarie. La compulsione verso il gioco conduce ad una desertificazione relazionale e diviene il fulcro intorno a cui ruota la vita intera.

Naturalmente, non tutti gli individui che giocano sviluppano una patologia. Nella popolazione ci sono, infatti, differenze che descrivono individui più vulnerabili, rispetto ad altri, nello sviluppare dipendenze,  sulla base di elementi di ordine biologico, psicologico e sociale.

A livello neuro-psico-biologico si evidenziano, ad esempio,  una minore efficacia dei sistemi della gratificazione e di quelli deputati al controllo degli impulsi, ma anche limiti nelle capacità riflessive e logiche, che possono più facilmente contribuire alle tipiche alterazioni cognitive riscontrabili nei giocatori più problematici.

Crescere in ambienti familiari connotati da relazioni difficili,  da scarsa presenza di esperienze protettive e di prevenzionee da stili educativi poco funzionali allo sviluppo di capacità di regolazione emotiva e comportamentale, può rendere gli individui più fragili.

Infine, un contesto sociale che tolleri e promuova attivamente l’azzardo, così come l’uso di sostanze e l’abuso alcolico, espone ulteriormente al rischio di sviluppare una dipendenza.

Le stesse caratteristiche dello “stimolo”(strumento di gioco), la sua ampia disponibilità sul mercato, la facile accessibilità, la capacità di creare un effetto gratificante e, al contempo, inibente l’ansia, i pensieri ossessivi, la depressione e la noia intervengono a facilitare lo stabilirsi di un legame problematico con il giocatore.

Nel nostro paese il gioco d’azzardo patologico riguarda all’incirca il 2-3% dell’insieme di chi gioca, ossia circa 1,3 milioni di persone, delle quali solo 12.000 arrivano a richiedere un percorso di cura presso i Servizi per le Dipendenze Patologiche, delle ASL territoriali.

Link utili:

http://gambling.dronetplus.eu/

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