Da qualche anno nell’universo dei videogames si parla sempre di più di microtransazioni, acquisti veri e propri attraverso moneta reale che avvengono all’interno del gioco. Tali microtransazioni, prendono il nome di Loot Box, ovvero pacchetti presenti all’interno di alcuni videogames che si possono acquistare per ottenere vantaggi, sbloccare contenuti e accedere a ricompense esclusive: è possibile dunque, “acquistare” con denaro vero una valuta virtuale da spendere nel gioco stesso.

Questa operazione permetterebbe di migliorare l’esperienza di gioco sia a livello di potenzialità che a livello di immagine, tuttavia, anche se l’utente si trova a poter scegliere senza nessun obbligo, di comprarli sperando di trovare al loro interno quella particolare arma, potenzialità, caratteristica che cerca, non ha la garanzia che questo accada.

Il tema è attualmente molto discusso, spesso con opinioni discordanti , c’è chi vede le microtransazioni come una modalità di acquisto come un altra e c’è chi è preoccupato per questo fenomeno in forte diffusione soprattutto tra i giovanissimi. Queste modalità infatti, potrebbero innescare tra i giovani una mentalità da ‘gioco d’azzardo’ senza averne la consapevolezza, una mentalità caratterizzata dall’affidarsi alla fortuna e utilizzare denaro, invece delle proprie abilità poter avanzare nel gioco senza far fatica.

Ad oggi sono state vietate in alcuni paesi perché riconosciute assimilabili al gioco d’azzardo per via delle loro caratteristiche.

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