Sulla base del progetto della Regione Piemonte relativo al contrasto della eccessiva diffusione del Gioco d’azzardo e della prevenzione delle patologie e del disturbo da Gioco d’azzardo (DGA), uno specifico gruppo di lavoro, costituito presso l’Assessorato alla Sanità della Regione, ha elaborato alcune offerte di formazione rivolte a diversi settori dell’ambito dei servizi socio-sanitari.

Pertanto nel mese di maggio è stato avviato un primo percorso rivolto agli operatori dei Sevizi per le Dipendenze della Regione, sia pubblici sia del privato accreditato, ai Servizi di Salute Mentale, ai Medici di Medicina Generale, al Personale dei servizi Sociali dei Comuni e dei Consorzi.

Tale offerta formativa si pone l’obiettivo di puntualizzare i problemi critici che il potenziale paziente può presentare e di dare un panorama delle strategie attualmente presenti nei servizi di cura.

Per favorire il contatto tra le realtà locali dei servizi, le diverse edizioni del corso sono state dislocate in tre aree del territorio piemontese: Torino, Novara e Alba.

Ogni edizione è stata suddivisa in tre giornate all’interno delle quali illustri docenti operanti nel campo della prevenzione e cura del gioco d’azzardo patologico si sono alternati nel portare i loro interessanti contributi.

In particolare nella prima giornata sono stati approfonditi gli aspetti epidemiologici e l’evoluzione del fenomeno sia da un punto di vista economico che normativo per poi passare nella seconda giornata ad evidenziare quali sono i principali fattori di rischio e quali le distorsioni cognitive e le false credenze che abitano il giocatore d’azzardo patologico.

Nella seconda giornata si è dato ampio spazio all’approfondimento sui principali fattori di vulnerabilità partendo da un punto di vista genetico e neurobiologico fino ad arrivare a quello psicologico, illustrando quali sono gli approcci clinici più efficaci e quale rete di servizi costruire per rendere promuovere gli interventi.

La seconda parte della giornata è stata dedicata ad illustrare interventi con target specifici quali adolescenti, donne e anziani, proponendo anche strumenti specifici per di cui avvalersi per la diagnosi.

Nella terza ed ultima giornata sono state illustrate le diverse tipologie di trattamento del paziente affetto dal disturbo da gioco d’azzardo patologico e della famiglia, evidenziando come qualcosa è sempre possibile fare anche se il paziente è poco collaborante o se la situazione è piuttosto complessa, soprattutto quando c’è una grave compromissione economica. In conclusione della giornata, si è dato ampio spazio al racconto di progetti specifici riguardanti interventi clinici che hanno avuto esiti positivi, ma soprattutto buone ricadute a lungo termine.

Una bella occasione, dunque in cui è stato possibile per gli operatori del settore, confrontarsi e approfondire la tematica del DGA e condividere approcci e strategie utilizzati nei propri contesti lavorativi.

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