Il gioco d’azzardo in ogni sua forma, dal gioco sociale a quello patologico, è in aumento progressivo tra gli anziani, rendendoli clienti ideali di bar, sale da gioco e sale bingo. Sempre più di frequente possiamo incontrare la solitudine dell’anziano seduto su uno sgabello, davanti allo schermo di una slot machine, nella semi oscurità in fondo ad un bar…

L’isolamento sociale derivante dal pensionamento, dalla vedovanza, dalla mancanza o lontananza dei figli porta molti anziani a rifugiarsi nell’illusione e nell’emozione di una improbabile vincita al gioco, un modo come un altro per riempire il “tempo vuoto” della solitudine.

Accanto a ciò, il fenomeno azzardo – anziani è legato anche a fattori economici e ad una comorbilità con patologie neurodegenerative come il morbo di Parkinson.

I due autori, Mauro Croce e Fabrizio Arrigoni, illustrano un quadro puntuale di come gli over 65 costituiscano un’area di mercato ( e di prelievo) appetibile e non trascurabile per l’azienda dell’azzardo; allo stesso tempo compiono lo sforzo di delineare prospettive di prevenzione che permettono alla persona anziana di riappropriarsi del proprio tempo con piccoli piaceri, soddisfazioni a contrasto della noia e dell’isolamento.

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