Il gioco d’azzardo risale agli inizi dell’umanità. Si presume che il suo scopo fosse quello di conoscere il volere divino. Il termine azzardo deriva dall’arabo az-zahr, cioè dado. I primi dadi sono stati rinvenuti in Cina e risalgono a più di 5000 anni fa; comunque, secondo quanto emerge dalle scoperte di alcuni archeologi, il gioco d’azzardo era già praticato a partire dal 4000 a.C. in Egitto, India e Giappone. Il dado era fabbricato in modo primitivo: con ossa di pecora, cervo e animali di analoga grandezza. Notevoli ritrovamenti di dadi sono stati attribuiti ai Sumeri, agli Assiri e ai Babilonesi.

Nella Bibbia, invece, si trovano dei riferimenti relativi all’organizzazione di una lotteria: viene evidenziata l’imparzialità della sorte e considerata come mezzo neutrale di assegnazione della ricchezza.

All’epoca dei Romani era legale scommettere. Si puntavano i sesterzi sulle corse di bighe e di quadrighe ed era possibile scommettere sui combattimenti dei gladiatori con puntate chiamate “munera”. I Romani credevano che esistesse la dea Fortuna: essi dovevano di conseguenza giocare solo nei giorni fasti , pregare e fare sacrifici alla Dea. Tra i legionari romani era diffusa anche una rudimentale roulette: sembra che utilizzassero uno scudo e lo facessero roteare sulla punta di una lancia.

Gli arabi, invece, si dilettavano a scommettere sui dadi, strappandosi i capelli per la rabbia in caso di perdita e arrivando addirittura, a volte, a uccidere tutta la famiglia del vincitore.

Però, nel tempo, il dado non venne impiegato solamente per scopi religiosi, anzi assunse sempre più un significato completamente diverso, divenendo un vero e proprio strumento di intrattenimento. Per esempio nel Medio Evo si giocava d’azzardo nella Baratteria, ovvero un posto chiuso o all’aperto, lontano da luoghi di culto o dalle piazze principali del centro abitato, in cui veniva praticato il gioco del dado. In alcuni casi, venivano introdotti dei tavoli da gioco all’interno delle taverne, posti frequentati anche da persone di malaffare e da prostitute. Per questo motivo, chi praticava o gestiva il gioco d’azzardo nelle taverne, su volontà dell’ imperatore Federico II, non poteva essere chiamato a testimoniare in un processo o ricoprire delle cariche amministrative importanti, in quanto considerato poco credibile.
A cavallo tra il Medioevo e il Rinascimento, però, il gioco d’azzardo divenne un diritto e, in questo modo, i governatori dei comuni italiani ebbero modo di applicare delle imposte che gravavano su tale giro d’affari. Vennero introdotte le cosiddette “gabelle”, cioè somme di denaro che dovevano essere corrisposte annualmente dal gestore del gioco d’azzardo che veniva praticato in luoghi pubblici.

Solo nel XVII secolo, Blaise Pascal inventò il meccanismo della roulette studiando i moti perpetui e introdusse la pallina d’avorio.

Con la nascita della roulette moderna comparvero anche le prime “case da gioco”. La prima nacque proprio in Italia nel 1638 a Venezia.

Nel 1796 la roulette entrò nelle sale da gioco di Parigi e nel 1810 i francesi la portarono nelle sale di New Orleans dove ebbero origine i primi casinò statunitensi.

Sempre nel XVIII secolo nacque il gioco del Lotto a Venezia (1734) e poi velocemente approdò in tutta Europa.

Bisogna aspettare il 1895 per vedere la prima slot machine inventata da Charles Fey: molto pesante perché costruita in acciaio, suonava ad ogni combinazione vincente e presentava una serie di carte da gioco. Solo 15 anni dopo vennero introdotti per la prima volta i simboli della frutta.

Le case da gioco più famose comunque nacquero negli USA quando nel 1931 lo stato del Nevada legalizzò il gioco d’azzardo semplificando le leggi che lo regolamentavano. Ciò permise la realizzazione del primo grande casinò Strip (El Rancho, inaugurato nel 1941). Nel 1946 grazie a notevoli investimenti provenienti da fuori città fu realizzato un nuovo grande casinò, il Flamingo, che contrassegnò lo stile di tutti i casinò che nacquero in seguito (grandiosità, lusso, divertimenti a non finire destinati ad attirare il maggiore numero possibile di giocatori e scommettitori).

Come la storia ci dimostra, il fenomeno del gioco d’azzardo ha sempre fatto parte della vita dell’uomo ed è stato di volta in volta affrontato in maniera differente dagli uomini di potere: a volte additato come vizio diabolico, talvolta riconosciuto come “male” incurabile che infettava il popolo, altre volte ancora ammesso in maniera pragmatica come fonte di entrate.

Oggi invece? La riflessione al lettore…

 

Approfondisci:

http://www.attentialgioco.it/la-storia-gioco-azzardo/https://it.wikipedia.org/wiki/Gioco_d’azzardo

http://www.casinoininternet.it/evoluzione-storica

http://www.nogambling.it/storia-del-gioco-dazzardo/www.cpc-chiasso.ch/attivita/doc/la_storia_del_gioco_azzardo.pdf

http://www.lazioingioco.it/doc/slides/IORI%20-%20Gioco%20d’Azzardo%20Patologico.pdf